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Nel 1925 a Roma, nel Ghetto ebraico, nacque da Settimio ed Ersilia, Celeste di Porto. Non si sa molto di lei, ma alle cronache, su qualche articolo di giornale, qualche ancor non troppo logora memoria tira fuori questa vecchia, impolverata ma spietata storia. La storia della โpantera neraโ. Di quella bellissima e fatale ragazzina di diciotto anni che, dopo il rastrellamento del ghetto romano ad opera dei tedeschi guidati da Kappler, decide di diventare una delatrice. Di vendere gli ebrei. I suoi correligionari. Inizia cosรฌ un vero e proprio periodo buio per gli ebrei del ghetto italiano; coloro i quali venivano โsalutatiโ con un cenno della mano da colei la quale era riconosciuta come una delle piรน belle ragazze di Roma, non aveva scampo. Per ogni โcapoโ, lei guadagnava cinquemila lire. E non importa se a finire nelle mani delle camicie nere fossero donne, bambini o uomini. No. La โpantera neraโ era indifferente al genere, alle etร . Solo la sua famiglia, doveva essere risparmiata. Ma il padre non riuscรฌ a portare questo enorme peso sulla coscienza, e si consegnรฒ alle SS. I fratelli, tra cui Angelo, tanto amato, la rinnegarono. Solo la madre continuรฒ a volerle bene.
Carcere di Regina Coeli, Roma, anno 1994. Sui muri della cella numero 306, terzo raggio, incisa con un chiodo si legge (si leggerร ancora?) la scritta: “Sono Anticoli Lazzaro, detto Bucefalo, pugilatore. Si non arivedo la famija mi e’ colpa de quella venduta de Celeste Di Porto. Rivendicatemi”. Una tragica denuncia in poche righe.
Anticoli fu arrestato il 23 marzo 1944 al mattino; un povero ragazzo del Ghetto, si guadagnava da vivere combattendo sui ring di terza categoria. Era sposato da poco e aveva una bambina. Quando andarono a prenderlo riuscรฌ ad abbattere tre militi fascisti prima di essere trascinato in carcere. A denunciarlo era stata Celeste. Quella sera, nel suo ufficio di via Tasso, il colonnello Kappler stava compilando l’ elenco dei 330 italiani di cui Hitler aveva chiesto la morte per rappresaglia all’ attentato di via Rasella e alla strage dei 33 poliziotti tedeschi. Gli mancavano cinquanta nomi e li chiese al questore di Roma, Caruso. Costui, esitante, si rivolse al ministro degli Interni Buffarini Guidi, che gli rispose: “Daglieli, daglieli, se no chissร cosa ci fanno…”.
Caruso racimolรฒ quanti piรน infelici potรฉ, ma non bastavano. Disse Kappler: “Allora trovate qualche ebreo”. Ma Lazzaro Anticoli non avrebbe dovuto morire. Nella lista di Kappler non c’era infatti, il suo nome, bensรฌ quello di Angelo Di Porto, fratello della pantera nera, arrestato lo stesso giorno; all’ ultimo momento il suo posto nell’ elenco, per mano di Celeste, venne preso da Anticoli e Angelo si salvรฒ.
Caduto il regime, si trasferรฌ a Napoli. Scelse una nuova identitร , si fece chiamare Stella Martinelli, prostituta in una casa d’ appuntamenti. Un giorno entrarono tre ebrei romani, la riconobbero e la denunciarono. Fu portata a Roma a Regina Coeli. Una prima volta evase, una seconda non le riuscรฌ e dovette affrontare il processo nel 1947. Tentรฒ di difendersi e non potรฉ quasi parlare. Il pubblico di ebrei e di parenti dei martiri le urlava il suo odio, piรน volte fu necessario sgomberare l’ aula e lei si proclamava innocente, le accuse erano calunnie, guardava la gente con gli occhi neri lampeggianti di sfida. Fu condannata a dodici anni, ne fece soltanto tre tra condoni e amnistie e uscรฌ dal carcere di Perugia nel 1950, dopo un periodo trascorso a Viterbo.
Chissร cosa le accadde in quei tre anni di detenzione. Si disse che la prese una crisi mistica. Si convertรฌ alla religione cattolica, divenne tutta cappellano e chiesa. Voleva addirittura farsi monaca e, una volta tornata in libertร , fu ospitata in un convento di clarisse di Assisi, dove la sua nuova vocazione mistica era stata presa per buona. Si sa perรฒ che un anno piรน tardi fu cacciata, troppo in contrasto con i principi della regola. Di lei, in seguito, sโรจ perduta ogni traccia. Qualcuno dice che restรฒ a Centocelle, sposata e casalinga. Altri giurano che fuggรฌ a Milano e cambiรฒ nuovamente identitร . In qualsiasi caso, di lei, resta solo la fama. La feroce fama di pantera nera.
primo premio al IV Festival delle Due Sicilie โ โInternational Journalism & Arts Award Gino Votano primo premio al Festival della Resistenza nel 2021, Museo dei Fratelli Cervi di Reggio Emilia
testo e regiaย Fabio Pisano
conย Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Daniele Marino
suggestioni sonore ย Francesco Santagata
assistente alla regiaย Francesco Luongo
costumiย Rosario Martone
disegno luciย Paco Summonte
Ph Eirene Martinelli